L'ultimo anno del Pisa
Sporting Club conduce Romeo
Anconetani al punto di
partenza (ovvero la C1) e
poi al fallimento che
sancisce la sparizione del
Pisa dal calcio
professionistico. Il tutto
contrassegnato da una serie
di episodi beffardi, tra
clamorosi harakiri e una
certa dose di sfortuna. A
partire da Ferragosto,
quando l'ex-giocatore
Giorgio Rumignani, con
indosso pantaloncini e
maglietta della divisa
ufficiale, viene esonerato
poche ore prima
dell'amichevole a Forte del
Marmi contro l'Empoli,
appena Romeo viene a sapere
che in appoggio all'unica
punta giocherà l'ala Rotella
nel ruolo di trequartista
anzichè il giovane
attaccante proveniente dalla
Primavera del Milan
Lorenzini, considerato
invece troppo acerbo
dall'allenatore nerazzurro.
Al posto di Rumignani arriva
Walter Nicoletti, con a
disposizione altri giovani
debuttanti, i Primavera
dell'Atalanta Rovaris,
centrocampista esterno tutta
corsa, e Ambrosio, portiere
che candidamente ammetterà
di essere in difficoltà con
i palloni che spiovono in
area con una potenza
nettamente differente da
quelli ai quali era abituato
nel massimo campionato
giovanile. Nonostante gli
arrivi autunnali
dell'esperto mediano Mattel
dall'Udinese, del portiere
Antonioli dal Milan e del
rapido e letale giovane
attaccante della Roma Muzzi,
la squadra palesa una certa
fragilità di fronte agli
imprevedibili manti erbosi
della Serie B. E dopo una
partenza da centroclassifica
con due convincenti vittorie
casalinghe contra Modena e
Palermo, i nerazzurri nel
resto dell'andata ottengono
appena due successi. Nel
frattempo il carisma di
Anconetani viene messo in
discussione, tanto che il
sofferto pareggio casalingo
con l'Acireale agguantato
negli ultimi minuti, provoca
una protesta che porterà il
presidente a comparire nei
titoli dei principali
telegiornali nazionali, a
causa di una ferita
all'occhio per un oggetto
lanciato dalla curva mentre
stava cercando di placare
gli animi. Una nuova e
spiazzante dimensione che
porta alla cacciata di
Nicoletti addirittura dopo
una vittoria, non
entusiasmante ma preziosa,
contro il Venezia.
Anconetani spiegherà il
provvedimento con l'
«evidente deterioramento del
rapporto tra il pubblico e
l'allenatore, evidenziato
anche dal graduate distacco
degli spettatori dalla
partecipazione alle partite
interne. Contro ilagunari i
presenti sugli spalti
dell'Arena Garibaldi sono
circa 4mila, sintomo di un
disamore che ha radici più
profonde. Abituato allo yoyo
tra la A e la B e a veder
vestire la maglia nerazzurra
da elementi in ascesa ad
alti livelli del calcio
italiano o comunque
affermati, i tifosi imputano
a Romeo di ingaggiare troppi
uomini in prestito, rei di
scarso impegno appena il
campionato gira la boa e il
loro futuro sta per essere
deciso da altre società.
Sulla panchina nerazzurra
arriva Eugenio Bersellini,
che nonostante la dote di
uno Scudetto vinto con l'lnter
quindici anni prima, mostra
una certa desuetudine di
fronte ai veloci cambiamenti
che attraversano il calcio
italiano, sia dal punto di
vista tattico sia nella
gestione degli uomini. La
bella vittoria ad Acireale a
metà marzo appare rimettere
in carreggiata l'annata
pisana, sennonchè contro il
Ravenna la domenica
successiva fa serpeggiare le
prime angosce. Il Pisa esce
dalle ultime quattro
posizioni sfoderando grinta
a mandate nella vittoria in
casa con l'Ascoli, e nel
pareggio di Verona.
All'ultima giornata, però,
avviene I'imprevedibile. In
un'Arena Garibaldi riempita
da 18mila spettatori, il
Pisa contro la già salva
Fidelis Andria non riesce ad
andare oltre lo 0-0,
penalizzata dalla giusta
espulsione di Cristallini a
fine primo tempo e
dall'incredibile incapacità
di creare una limpida azione
da goal. Lo stadio è
ammutolito al fischio
finale, che sancisce la
necessità di uno spareggio
contro l'Acireale. Anche
Romeo non sembra più avere
la carica di una volta,
costringendo la squadra a
tre spostamenti di ritiro di
fronte alle incertezze della
Lega, che cambia
conti-nuamente data e sede
della partita chiamata a
sancire la quarta
retrocessione. A Salerno,
contro i granata siciliani,
a poco servirà una curva
piena di pisani e la
simpatia degli appassionati
locali. Bersellini non
azzarda una sorpresa che sia
una per spiazzare
l'Acireale, la squadra gioca
una partita monocorde
deprimendosi
progressivamente di fronte
alla propria impotenza
offensiva. Si arriva così
quasi rassegnati ai calci di
rigore, che fanno cadere
drammaticamente il sipario
sull'epoca d'oro del Pisa
Sporting Club.
Ecco la
classifica finale di questo
campionato:
1.
Fiorentina 50
2. Bari 45
3. Brescia 44
4. Padova 43
5. Cesena 43
6. Venezia 40
6. Ascoli 40
8. Ancona 39
8. Fidelis Andria 39
10. Lucchese 37
10. Vicenza 37
10. Verona 37
10. Cosenza 37
14. Palermo 36
15. Pescara 35
16. Acireale 35
17. Pisa 35
18. Ravenna 31
18. Modena 31
20. Monza 23